lunedì 8 settembre 2014

Hotline Miami

Mentre vi scrivo adesso, sto riascoltando la soundtrack del gioco di cui andremo a parlare oggi, Hotline Miami, ed in particolare il brano Hydrogen. Sto facendo questo perché è l'unico modo di entrare nello spirito del gioco, in questo allucinato, psicotico e tremendamente affascinante gioco, che fa della violenza e del ritmo il proprio punto di forza. Ma procediamo con ordine.

Hotline Miami: il gioco


Opera prima del duo svedese Dennaton games, Hotline Miami si presenta come un sparatutto/picchiaduro con visuale dall'alto, estremamente violento, crudele e abbastanza splatter, che ci vedrà affrontare diverse missioni in cui il nostro obbiettivo sarà eliminare tutte le persone che incontreremo con i più svariati mezzi, il tutto suggellato da uno stile grafico volutamente retrò e musiche incalzanti.

Hotline Miami: trama + gameplay + comparto sonoro


a) Trama

In una allucinogena Miami di fine anni '80, il protagonista, chiamato da molti "Jacket", riceverà una serie di chiamate che lo inviteranno ai più svariati compiti; ritirare un capo dalla tintoria, sostituire un centralinista, prendersi cura dei vip in un albergo... Tutti messaggi che conterranno luogo e ora della nostra vera missione: uccidere. Ma chi sono le persone che uccidiamo? Perché lo stiamo facendo? Queste sono le domande a cui cercheremo di dare risposta, affrontando in tutto questo la degenerazione psicologica del protagonista. Inoltre, a circa metà del gioco, la trama si biforcherà, garantendo diverse interpretazioni sul finale.

b) Gameplay

Fulcro di questo gioco, il gameplay è abbastanza semplice: ricevi la chiamata, raggiungi la zona indicata, entra nell'edificio, uccidi tutti. Quello però che non è semplice è spuntarla, soprattutto nei livelli intermedi, data la curva di difficoltà piuttosto ripida e dal fatto che con un colpo dei nemici saremo morti. Avremo a disposizione diverse armi (da fuoco, da mischia, improvvisate), che troveremo negli scenari, o dopo aver ucciso nemici. Molta importanza è data dagli elementi ambientali; fidatevi quando vi dico che le porte saranno il vostro migliore alleato.
Oltre alle armi, ogni volta che inizieremo un nuovo livello dovremo scegliere una maschera da indossare, che ci garantirà alcuni vantaggi durante il nostro massacro.
Sfida mai banale, saremo costretti a essere concentrati al 110% in ogni istante, pena la ripetizione in serie di diverse sezioni, ma che dà molte soddisfazioni. E' probabile che si sviluppi la sindrome del "Ci provo un' ultima volta e poi basta."

c) Comparto Sonoro

Altra perla di questo gioco, la colonna sonora riflette efficacemente lo stile bizzarro e degenerativo che si respira in tutto il gioco. Musiche ispirate alla techno degli anni ottanta, contribuiscono a dare un ritmo incalzante alla nostra avventura. Ascoltare per credere.


Cosa Dire alla fine? Hotline Miami prende a due mani elementi della cultura pop degli anni ottanta, per mettere in scena una cruda avventura pulp, che mette al centro di tutto la violenza, ma riuscendo contemporaneamente a demonizzarla; Ogni volta che completeremo un livello, dovremmo tornare sui nostri passi ed assistere alla distruzione che abbiamo causato. Come il protagonista, saremo presi dalla smania e dall'adrenalina all'inizio, e poi dovremmo fare i conti con quello che abbiamo causato. Un gioco violento capace di far riflettere sulla sua stessa violenza? Ottimo.

trailer:

Alla Prossima!
Egidio

sabato 2 agosto 2014

Guacamelee!

Bene, siamo tornati... Yay.
Quando Egidio mi disse che aveva dei giochi da farmi provare pensai <<Oh, che gentile…!>>, prima di capire che aveva scaricato a me tutti i platform-picchiaduro da dodici ore minime, mentre lui se la spassava con avventure grafiche. Poi dopo aver finito devo anche sentirmi dire <<Congratulazioni, hai sbloccato la modalità ‘Difficile’!>>. Bel lavoro, Egidio...
Oggi si parla di Guacamelee!, un gioco della Drinkbox, che ha avuto i suoi successi negli ultimi anni.
Il titolo è ambientato in Messico, quindi enumererò alcuni degli stereotipi razziali (es.: 0) che ho trovato lungo il mio percorso, nel senso più positivo possibile!

Facciamo il primo incontro col nostro protagonista, Juan (1), un uomo baffuto (2), nel suo campo di agave (3), quando il frate del paesino (4) di Pueblucho (5) viene a chiedergli una mano per organizzare la celebrazione della Festa dei Morti (6). Durante i preparativi, torna in città la figlia del governatore, che verrà rapita da uno scheletro con il sombrero (7). Il nostro primo compito sarà quello di liberare la città dagli scagnozzi scheletri (8) dello... uhm... scheletro più cattivo; tutto ciò grazie ad una maschera magica da luchador (9). Parte così la nostra missione per salvare la principessa, e non ci dilunghiamo oltre riguardo la trama, che ci offrirà momenti molto simpatici, pur essendo relativamente semplice.
Il mondo non è vastissimo, ma presenta zone abbastanza varie, e visivamente è molto carino, accompagnato dalle relative musiche in stile flamenco (10). Inoltre gira intorno ad un punto fondamentale sia per la trama che per il gameplay: la capacità del giocatore attraversare le stesse aree sia nella dimensione dei vivi che in quella dei morti (11). Questo, più le varie abilità che impareremo, renderanno, credetemi, il gioco molto complesso nelle fasi finali. 
"Alla ricerca di segreti!
 Evvai..."
Ma chi non avesse intenzione di farsi del male come me, e portare a termine compiti secondari, come sfide o raccolta di segreti (che sbloccheranno un finale alternativo), riceverà molta clemenza in fatto di difficoltà tecnica, almeno fino all’ultimo livello. Consigliato al massimo il controller XBox a chi non cerca un corso accelerato di dattilografia, poiché alcuni comandi sono improponibili nelle fasi più frenetiche, e consigliata anche la modalità a due giocatori, per poter dare la colpa agli altri nei peggiori dei casi…

Scoprite il mondo di Guacamelee!, adatto a tutti, e pieno di:
-mosse da wrestling (12);
-sombreri;
-teschi commercianti (13);
-polli… tanti, davvero tanti, polli (14);
-un... uomo-capra (15);
-un guerriero/giaguaro/indigeno americano/allievo dell’uomo-capra (e con questo schizziamo minimo a 20);
- altre stranezze di ogni genere!



P.S. Io ho giocato la versione ‘Gold’. Attualmente la Drinkbox ha rilasciato un aggiornamento con molte caratteristiche in più.


trailer:

Alla Prossima!
Luigi

giovedì 10 luglio 2014

Rogue Legacy


Quello degli indie game è probabilmente il settore più interessante degli ultimi anni, capace di trasformarsi da fenomeno di nicchia (per sua stessa definizione) a fruttuosissima fonte di produzione di titoli; videogiochi economici e, spesso, di qualità non inferiore a quelli di tripla A. In questo vastissimo panorama spicca il lavoro di Cellar Door Games, Rogue Legacy, che è riuscito ad affermarsi come uno dei migliori nel suo genere (il roguelike, appunto). Un titolo godibilissimo, longevo, arduo e in grado di dare soddisfazione come pochi. Andiamo ad analizzarlo.

La storia è, di base, molto semplice. Nei panni di un avventuriero, ci addentreremo all'interno di un castello per sconfiggere un misterioso nemico. Ogni volta che moriremo, torneremo nei panni del discendente dell'eroe (e qui si cela uno dei più interessanti stratagemmi del gameplay). A contorno del plot vi saranno 25 diari da raccogliere, sparsi per la mappa di gioco, che ci aiuteranno a fare chiarezza riguardo le vicende del gioco, scritti (purtroppo) nella sola lingua inglese.

Il cuore pulsante dell'esperienza di gioco è però il gameplay: il titolo è impostato come un classico roguelike 2D (in puro stile Castlevania per quanto riguarda l'ambientazione e il sistema di combattimento), con mappe generate casualmente a ogni nuova partita, che mantengono però la divisione di 4 macro-aree, ognuna con un boss da sconfiggere prima di poter accedere alla battaglia finale. La particolarità principale, che innova non poco la formula originaria, consiste negli effetti della morte: dopo il nostro decesso, ripartiremo come uno dei nostri discendenti, che potremo scegliere da una lista (con 3 possibili scelte, divise per classi) che ci apparirà ad ogni Game Over. Oltre a dover di fatto ricominciare da capo la partita, ci troveremo alle prese con svariati handicap in grado di affliggere i nostri eredi: miopia, astigmatismo, visione del mondo distorta (B/N o ribaltato) e molti altri. Questi si trasformano in variazioni del gameplay fondamentali, in grado di rendere l'esperienza di gioco sempre nuova.
Durante il nostro viaggio all'interno del castello raccoglieremo la valuta del gioco, classiche monete d'oro, oltre che progetti di nuove armi e migliorie permanenti (queste molto più rare). Ad ogni morte ci ritroveremo al villaggio, dove potremo spendere le monete faticosamente guadagnate per incrementare le statistiche, comprare equipaggiamento migliore o imparare nuove abilità. Il senso di progressione è eccezionale e in grado di mantenere un livello di sfida medio-alto per tutta la durata del gioco.
Aggiunta non da poco il NG+, che ci consentirà di affrontare l'avventura con l'equipaggiamento e le abilità della precedente partita, a costo però di nemici decisamente più agguerriti.

Graficamente, il gioco è una piccola delizia per gli occhi, con scenari in 2D molto ben fatti, 4 diversi tipi di design per le parti del castello (non tutte egualmente riuscite) e uno stile cartoonesco particolarmente azzeccato. Buono il sonoro, nella media per il tipo di produzione.

Rogue Legacy è un piccolo capolavoro e, personalmente, lo considero il mio indie preferito. Un gioco che fa della semplicità del sistema di gioco e della difficoltà dell'esperienza i suoi punti forti, appoggiandosi su una base leggerissima con una maestria tale da non far scemare il tutto in frustrazione, ma piuttosto in soddisfazione, progressione, qualche bestemmia, ma soprattutto tanto divertimento.

Consigliatissimo. 

Trailer:

Alla prossima!
(Recensione a cura di Raffaele Mollo)

giovedì 5 giugno 2014

Indie Collection 2

Indie Collection 2

Ecco di nuovo una piccola rubrica a cui tengo particolarmente e, senza indugiare oltre, iniziamo.

I giochi di oggi sono:
  • DayMare Town
  • SHIFT
  • Relive Your Life


DayMare Town


Gioca a  DayMare Town (link al gioco)
Sviluppato da Pastel Games, studio indipendente polacco, DayMare Town e' un' avventura grafica dai toni molto gotici e misteriosi, in cui ci ritroveremo catapultati in una città surreale e dovremo cercare di capire come fuggire, tra enigmi classici del genere e momenti molto inquietanti.
Nulla ci è detto di più sulla trama di quello che vi ho appena scritto, e l'unico modo di reperire qualche informazione in più, è esplorare a fondo i vari schemi. 
Lo stile grafico è davvero unico, essendo il gioco fatto da scenari disegnati a mano, in modo da accentuare l'alone di mistero che è presente per tutto il corso dell' avventura.
Questo gioco non presenta colonna sonora, ma gli effetti sonori vengono usati magistralmente e caricano ancor di più la tensione.
FATTORE CURIOSITA': Daymare Town punta tutto sullo stile grafico e il senso di mistero, riuscendo ad essere molto coinvolgente, anche se a tratti impegnativo.


SHIFT


Gioca a SHIFT (link al gioco)
"Sometimes the only thing left to do is SHIFT!", Questa frase riassume bene l'esperienza di gioco offerta da SHIFT, gioco del 2008 creato da Antony Lavelle, che parte inizialmente come un tranquillo platform, ma che dopo poco si rivela brillante per la sua particolare caratteristica, lo 'shifting', appunto. Ma in cosa consiste?
Come potete vedere dall'immagine a fianco, i livelli del gioco saranno di soli due colori, cosa che non è dovuta alla pigrizia dello sviluppatore, ma dalla possibilità, premendo il tasto shift, di entrare nell'altra parte dello scenario, per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Difficile? Assolutamente no. Dopo qualche livello si padroneggia alla perfezione la tecnica, e si inizia a pensare con lo shift.
Aggiungete a tutto questo una narrazione che rompe costantemente la quarta parete, una colonna sonora molto accattivante (sullo stile della pantera rosa, per intenderci) ed una sfida mai banale, e otterrete così un gioco divertente e dallo stile unico.
FATTORE CURIOSITA': Come già detto, SHIFT, con la sua ironia e originalità, da un netto contributo al genere del platform senza essere ostico, e riuscendo a rinnovarsi con i suoi successori (fino ad oggi si contano 3 sequel)

Relive Your Life


Gioca a Relive Your  Life (link al gioco)
Questo progetto universitario del Texano Matt Ackerman ha colto la mia attenzione per diversi motivi:
1) Questo gioco è unico. E non intendo per "unico" gli aggettivi che solitamente uso come sinonimi, ma il vero senso del termine. Questo gioco è unico perché nessun gioco è mai stato come questo, e non credo ce ne saranno altri.
2) Questo gioco non è propriamente un gioco. No, non sto andando in conflitto di interessi o impazzendo mediante l'uso di droghe. Solo credo che più che gioco, dovrebbe essere chiamato come nell'immagine "una storia interattiva", dato che in fin dei conti non è altro che questo.
Classifiche a parte, il bello di questo "gioco" e' dare la possibilità (molte in realtà) di rivivere la propria vita, attraverso una lungo serie di quick time event (premere il tasto giusto al momento giusto), che ci faranno prendere diverse decisioni, da scegliere di essere un maschio o una femmina fino a... decidere se schiavizzare l'umanità.
Esatto, le varie possibilità sono una più bizzarra dell'altra, permettendoci di arrivare a vivere una delle 29 vite offerteci dalla storia. Completamente assurdo.
FATTORE CURIOSITA': La follia di questo esperimento riesce a essere molto convolgente, e di sicuro vi terrà impegnati nel vedere tutti finali disponibili. Ah, dimenticavo: Il narratore parla in rima. Fantastico vero?


E' questo era l'ultimo gioco di questa seconda Indie Collection!
Spero vi sia piaciuta, Alla prossima!


Egidio


domenica 25 maggio 2014

Filoword (2)

Salve di Nuovo!

Sono di nuovo io, e sono qui per darvi alcune informazioni essenziali su questo blog.

D: il blog è stato chiuso?

R: IL blog non è stato chiuso, solo che si sono uniti diversi fattori che hanno fatto si che tralasciassi per un periodo molto lungo (più di tre mesi). Il motivo principale è che volevo adottare uno stile diverso per i prossimi giochi, cosa che non sono riuscito tuttora a fare. Quindi ho deciso di continuare con il mio solito stile.

D: Quando farai uscire delle nuove recensioni?
R: Si spera presto, dato che ho fatto aspettare fin troppo, magari dando anche più possibilità ai futuri collaboratori oltre che a me e a Luigi, magari lasciando ad ognuno il suo personale stile.

Bhè, queste erano le più importanti news al momento!
Alla prossima!

Egidio


P.s. tra qualche giorni uscirà una nuova indie collection, non perdetela!

domenica 23 febbraio 2014

Dust: An Elysian Tail

Dopo aver richiesto tre anni di sviluppo, la piccola perla dell’animatore Dean Dodrill sarà riuscita a soddisfare le aspettative?

Dust: An Elysian Tail: il gioco

Sviluppato dalla Humble Hearts e sotto contratto della Microsoft, Dust: An Elysian Tail è una mini-opera d’arte capace di coinvolgere chiunque sia in cerca di un viaggio semplice e divertente, che ha dalla sua animazioni perfettamente disegnate e musiche degne delle ambientazioni da cartone animato!

Dust: An Elysian Tail: trama + gameplay + comparto sonoro



Il protagonista del gioco… “My name is Dust.”… grazie mille per la presentazione, è un giovane, svegliato nel mezzo di una radura in stato di amnesia, che fa il primo incontro con una spada magica parlante (vi dirò… il primo pensiero che ho avuto è stato: “Se questo gioco si apre con Sly Cooper che discute amabilmente con la Frostmourne, ne vedremo delle belle!”), che gli dice di essere destinata a guidarlo in un viaggio misterioso, di cui capiremo sempre più aiutando il nostro peloso spadaccino a recuperare ricordi, seguita a ruota da un’adorabilissima custode volante di nome Fidget, determinata a seguirci finché non avrà recuperato l’arma. Parte così il nostro viaggio nella terra di Falana, in cui il tema principale sarà incentrato su di una questione velata ma onnipresente in ogni gioco che si rispetti: “Perché i cattivi sono cattivi?”.
Non dirò altro. I personaggi sono apprezzabilissimi, e i dialoghi sempre piacevoli (talvolta infrangono l’illusione scenica). Il finale e alcune questioni in sospeso lasciano brillare la speranza di una nuova storia da parte dello sviluippatore…

Gameplay:
Il gioco è molto vario in sé, per nemici, ambientazioni , e abilità del protagonista.
Fonde elementi Rpg , Hack and Slash e Puzzle con un piacevole stile a scorrimento attraverso  i paesaggi colorati  di Falana, ed evita il rischio della monotonia aggiungendo sempre nuovi elementi di gameplay durante il corso della storia, spingendo il giocatore a ri-esplorare in nuovi chiavi panorami già percorsi!
I controlli (disponibili per controller Xbox e tastiera) richiedono un po’ di confidenza, ma una volta interiorizzati il gioco scorre liscio, e per questo consiglio a chi volesse una sfida competitiva di provare a difficoltà maggiori. Le combo non sono molto numerose, e si da molto peso alle abilità magiche di Fidget;  tuttavia il livello di gioco presenta sempre elementi ambientali pronti a contribuire al combattimento se usati in maniera intelligente.
La storia principale richiede 10 ore circa alla difficoltà normale, e i tanti segreti aumentano ne in maniera impressionante la longevità!
Le componenti di gioco sono innumerevoli, fra cui:
- arene-sfida;
- quest secondarie;
- tesori;
- personalizzazione delle statistiche;
- possibilità di potenziare armi, armature e accessori;
- un sistema di commercio ben gestito;
- una rete di check points e teletrasporti;
- un particolare segreto che strapperà un sorriso ad ogni gamer appassionato, gli amici… personaggi nascosti rappresentanti dei più famosi giochi Indie/Arcade (memorabile la mia espressione nel vedere SuperMeatBoy uscire da una gabbietta sotto terra).
Non voglio dilungarmi oltre, il gioco parla da sé. Da giocare, assolutamente!

Comparto sonoro:
Le musiche, molto orientali, sono davvero spettacolari, e si fondono in maniera così leggera e armoniosia con il paesaggio, non meno suggestivo, da far quasi dimenticare il confine tra le due cose. Impossibile concludere il gioco senza audio…
Clicca l'immagine per la soundtrack

Le impressioni generali mi lasciano soddisfattissimo. I personaggi non molto approfonditi, ma buffi e carismatici, costruiscono una trama semplice giostrata su di un concetto fondamentale nel mondo del gaming, collocandosi in un paesaggio di sfondi stupendi e musiche dolci ed epiche quando giusto… il tutto gestito da un gameplay scorrevole e divertente, pronto ad evolversi e migliorare. Invito giocatori esperti e non a provare ad indossare le vesti di Dust, garantendo che sarà capace di condurvi in un’interattiva e mai scontata avventura teatrale!

Mi spiace ragazzi, non è stata rilasciata una demo del gioco.
Ecco dove comprarlo: LINK

trailer

Alla Prossima!
Luigi

mercoledì 19 febbraio 2014

DLC Quest

Eccoci ancora qui dopo 2 settimane di assenza, pronti a ripartire!

DLC Quest: il gioco

Gioco del 2011, apparso prima su Xbox360 e dal 2013 su Pc, dei canadesi Going Loud Studios, DLC Quest è un platform dalle meccaniche classiche e collaudate, che basa tutto il suo appeal sulla critica feroce nei confronti delle grandi case di produzione, e in particolare di un pratica di mercato molto utilizzata di recente, i DLC appunto (contenuti scaricabili a pagamento). Infatti, ogni elemento di questo gioco dovrà essere comprato; e non mi riferisco solo ad armi o livelli bonus, ma addirittura a cose come la colonna sonora e le animazioni del personaggio! Prima di cominciare, una piccola curiosità: grazie all'ottimo risultato di vendite di questo gioco, i sviluppatori hanno deciso di creare... un DLC! Ebbene si, la critica si è trasformata in utilizzo.

DLC Quest: trama + gameplay + comparto sonoro

a) Trama

la Trama di questo gioco è volutamente banale: spiegata in 5 secondi lordi, impersoneremo "L'Eroe" e dovremo andare alla ricerca della "Principessa" rapita dal "Cattivo" attraverso una manciata di livelli dal design pixelloso e scarno (uso le virgolette perché i nomi dei personaggi sono proprio questi). Ogni dialogo con i personaggi secondari è una chicca, pregno sia di umorismo e di critica nei confronti delle major dei videogames. Presenti anche tantissime citazioni e parodie di molti altri giochi. Finali alternativi e momenti nonsense, rendono la storia molto divertente da giocare e assicurano una discreta longevità.

b) Gameplay

Come detto il gioco è nella sostanza un platform classico, con livelli che si sviluppano sia in orizzontale che in verticale. Una componente che sicuramente da un tocco di pregio alle meccaniche è l'acquisto delle varie "componenti" del gioco: saremo costretti infatti a comprare delle "espansioni" che ci permetteranno di fare quelle azioni che normalmente riteniamo scontate, quali il saltare o la possibilità di andare a sinistra. In realtà queste micro-transazioni sono studiate in modo da permettere a noi giocatori di esplorare aree del gioco precedentemente impossibili da visitare ed alla fine in ogni livello troveremo sufficienti monete per comprare i DLC che ci permetteranno di avanzare nel successivo. In fin dei conti non è molto diverso dalle meccaniche "esplora e impara" di diversi giochi di avventura (ad esempio dei titoli della serie di Zelda). La durata del gioco si attesta sulle 2 ore, ma è assolutamente rigiocabile per completare sfide extra e vedere i finali alternativi.

c) Comparto sonoro

Musiche molto carine e simpatiche ci accompagneranno nel corso della nostra avventura, con uno stile che richiama molto i giochi in 16 bit, ispirate dalle colonne sonore di molte altre saghe videoludiche (Zelda e Super Mario in primis)
Cosa dire alla fine? DLC Quest, con molta ironia e leggerezza ci fa riflettere sul futuro dei videogiochi, proponendosi come esempio del'abuso della pratica dei contenuti a pagamento, ritenuto da molti giocatori il cancro di questa industria. Nonostante la sua natura critica, è comunque un gioco divertente e allegro. Consigliatissimo.

Mi spiace ragazzi ma non sono riuscito a trovare la Demo
Ecco dove comprarlo: LINK

Trailer:

Alla prossima!
Egidio

lunedì 3 febbraio 2014

Indie Collection 1

Dopo alcuni giorni di assenza causa esami eccomi di nuovo qui!

Indie Collection 1

Con questa piccola rubrica che inauguriamo oggi, parlerò di 3 giochi indipendenti presenti online che mi hanno incuriosito per uno dei tre aspetti che analizzo di solito (trama, gameplay o comparto sonoro), e che secondo la mia opinione meriterebbero di essere scoperti e apprezzati. Iniziamo

I giochi di oggi sono:
  • The Company of Myself
  • No-one has to Die
  • Socrates Jones: Pro Philosopher

The Company of Myself

Sviluppato da 2DArray, The Company of Myself è un rompicapo-platform molto stuzzicante, le cui meccaniche sono molto ispirate a quel filone di giochi basati sulla manipolazione temporale (specialmente Braid), ma nonostante ciò si presenta molto originale con enigmi ben congegnati, che richiederanno l'utilizzo di varie "copie" del personaggio per attraversare punti dei livelli altrimenti inaccessibili.
La storia è atipica e malinconica, con il nostro protagonista, presentatosi da solo come un eremita, che viaggerà attraverso i livelli del gioco riflettendo e chiedendosi il perché diserti la compagnia delle altre persone. L'ultimo livello può essere visto come metafora del gioco stesso, simboleggiando la vera esperienza di vita del nostro amico eremita, e facendoci capire chi sia lui in realtà. Musiche minimali ma apprezzabili. Finale molto triste.
FATTORE CURIOSITA': Non si tratta del solito rompicapo o platform trial and error, The Company of Myself, con la sua capacità di farci riflettere sul valore della solitudine, è da considerarsi come un piccolo gioiellino di game design e narrazione.

No-one has to Die

Creato da Stuart Madafiglio, game designer australiano, No-one has to Die può essere classificato come un gioco rompicapo, ma una volta provato si capisce che i livelli non sono altro che un modo geniale di far procedere un'avventura dai contorni enigmatici. Questo gioco è il classico esempio di come non servano grafica eccelsa o sceneggiatori pluripremiati per creare personaggi indimenticabili ed un'atmosfera coinvolgente e ritmata.
Nei panni di una persona sconosciuta che suo malgrado si trova coinvolta in un incendio scoppiato in una misteriosa azienda, dovremo presto operare delle scelte molto difficili: dovremo, infatti, scegliere chi sacrificare tra i personaggi che impareremo a conoscere nei vari livelli, fino a poterne salvare solo uno, che ci rivelerà una parte della vicenda alla base dell'incendio. Finali multipli ci aspettano, in questo gioco che si mostra in tutto il suo valore solo alla fine, in qui il gameplay, basato sul far muovere i personaggi su una scacchiera per raggiungere il livello successivo, assume decisamente consistenza e senso. Musiche molto accattivanti e che riescono a trasmettere la grande tensione che regna in tutto il gioco.
FATTORE CURIOSITA':  Gioco molto interessante, che fa della limitatezza delle meccaniche e del level design il suo punto di forza. La longevità non è elevata, ma riuscirà a tenervi incollati allo schermo per scoprire ogni piccolo dettaglio.

Socrates Jones: Pro Philosopher

Creato nel 2011 dall'americano Connor Fallon, Socrates Jones: Pro Philosopher è un gioco più unico che raro: si tratta infatti di un'avventura grafica interamente basata... sulla filosofia! Prima che tutti quanti voi decidiate di bollare questo gioco come noioso, vi assicuro che questo titolo riuscirà a regalarvi, una volta finiti tutti e 6 i livelli di cui il gioco si compone, una soddisfazione che raramente si può provare in un qualsiasi altro oggetto del moderno panorama videoludico. 
Nei panni di Socrates Jones, contabile Newyorkese che di filosofico non ha che il nome, e sua figlia Ari, studentessa di filosofia, ci ritroveremo ad affrontare alcuni dei più grandi filosofi della storia (Kant e Hobbes per citarne alcuni) per scoprire quale sia la natura della morale e, rispondendo a ciò, guadagnare la propria vita, persa in un incidente stradale che ha visto coinvolti i due protagonisti.
Una storia che descritta così può sembrare cupa, ma che in realtà regala molti momenti di divertimento e leggerezza, grazie anche alla simpatia che il nostro "filosofo per sbaglio" Socrates riuscirà ad esprimerci. Le meccaniche di gioco riprendono un vero e proprio duello filosofico, con la possibilità di porre domande e mettere in dubbio la veridicità di un affermazione del nostro avversario, per metterlo alle strette e smontare il suo ragionamento. Per tutti quelli come me che hanno fatto un liceo, l'emozione che si prova nel gridare in faccia a Kant "No sense! " (contraddizione), dopo aver scoperto le falle del suo pensiero, è assolutamente indescrivibile. Musiche carine ma non imperdibili.
FATTORE CURIOSITA': Questo gioco riesce nell'ardua impresa di rendere interessante e divertente la filosofia e con l'aggiunta di una trama interessante e piena di colpi di scena, personaggi ben caratterizzati e meccaniche originali, risulta non soltanto un esperimento ben riuscito, ma un bel titolo a tutti gli effetti.

Ed eccoci alla fine della prima Indie Collection!
Fatemi sapere se l'idea vi è piaciuta e alla prossima!

Egidio

venerdì 24 gennaio 2014

To The Moon

Dopo 2 giorni di assenza, eccoci qui!

To The Moon: il gioco

Creato l'11 novembre del 2011 da Freebird games, piccolo studio indipendente canadese, To The Moon è un avventura grafica toccante, profonda e con temi rarissimi da trovare in un videogioco, quali il nostro rapporto con la famiglia, la malattia di una persona cara e l'amore profondo verso qualcuno. Questo gioco è stato sviluppato completamente con RPG maker, un editor di videogiochi accessibile e gratuito (Link in fondo alla recensione), che gli dona un look retrò da gioco in 16-bit. Andiamo ad analizzarlo più nello specifico...

To The Moon: trama + gameplay + comparto sonoro

a) Trama

Perno centrale dell'esperienza di gioco, vivremo la storia attraverso gli occhi di due medici, la Dottoressa Eva Rosalene e il Dottor Neil Watts, che lavorano per una società che inserisce ricordi artificiali nella mente di un malato terminale per permettergli di esaudire un desiderio. Ed è così che inizia l'avventura, con i nostri medici che arrivano nella casa di una persona in fin di vita, Johnny Wyles, per esaudire il sogno della sua vita: andare sulla luna. Ma nonostante i vari tentativi di modifica dei ricordi, (con scene a volte esilaranti), nulla cambia nella mente di Johnny e il nostro compito è scoprire il perché.

La trama si articola su più livelli, sia dal punto di vista narrativo sia dell'azione vera e propria. Dovremmo infatti sia viaggiare indietro attraverso i ricordi di Johnny, sia essere veloci per evitare che muoia nel mondo reale. Storia immersiva, avremo più volte la sensazione di guardare un film, e non riusciremo a non emozionarci in alcuni momenti. Non voglio dirvi di più sulla storia, altrimenti sarebbe un torto nei vostri confronti. Un solo consiglio: giocatelo!

b) Gameplay

Il gameplay di questo gioco, a dirla tutta, non è altro che un vizio di forma: avremo cioè il compito di trovare degli oggetti durante il nostro viaggio nei ricordi di Johnny, ma le uniche parti dello scenario con qui potremo interagire saranno proprio questi oggetti; la componente esplorativa è molto limitata, essendo gli scenari perlopiù piccoli e lineari. Anche l'inventario ha un uso fittizio: infatti conterrà solamente le descrizioni degli oggetti, ed i nostri protagonisti sapranno esattamente quando usarli e come.

c) Comparto sonoro

La colonna sonora di questo gioco è semplicemente sbalorditiva. Musiche d'effetto che ci faranno vivere le emozioni che stanno provando i personaggi a schermo. Menzione d'onore per la canzone To River, che con le sue sole due note, emoziona come non mai. Giocare a questo gioco senza la musica, non è perdersi parte dell'esperienza, ma commettere un vero e proprio omicidio nei confronti dell'arte.

Cosa dire alla fine? To The Moon prende il concetto di videogioco e lo porta al confine con il cinema, in cui la parte narrativa è preponderante alle meccaniche vere e proprie. Può essere considerato allora un vero e proprio videogioco? Secondo l'autore si: "[...] la filosofia del design era semplice: creare un "gioco" che porta il giocatore attraverso una storia sotto forma di spettacolo interattivo coinvolgente". E con queste parole non si può che essere d'accordo. To The Moon è interattivo, perché ci fa pensare e ci fa confrontare con le nostre emozioni umane. Ci fa cresce e cambia il nostro modo di vedere le cose.
Assolutamente imperdibile.

Demo del gioco: LINK
Ecco dove comprarlo: LINK
RPG maker: LINK
trailer:
Alla prossima!

Egidio

lunedì 20 gennaio 2014

Braid

Eccoci ancora qui!

Braid: il gioco

Creato da Jonathan Blow nel 2009, Braid è un gioco rompicapo-platform vincitore di numerosi premi in varie categorie. Alla base della sua fama, troviamo due elementi caratteristici: la trama toccante raccontata con uno stile unico nel suo genere, sulla falsariga dei novellisti del XX secolo e la dinamica di gioco, basata sul "riavvolgimento temporale", caratteristica che permetterà non solo di correggere i propri sbagli, ma che verrà usata anche per risolvere gli enigmi più svariati...

Braid: la trama + gameplay + comparto sonoro

a) Trama

"Tim è alla ricerca della principessa, perché un mostro orribile l'ha rapita. Tim e la principessa si sono divisi, anni fa, perché lui aveva commesso un errore." Questo, in sostanza, il prologo dell'avventura che ci metterà nei panni del protagonista, Tim , alla disperata ricerca della sua principessa, attraverso mondi onirici creati da i suoi ricordi, perché ormai è solo lì che la principessa può trovarsi, luoghi dove i nostri gesti, i nostri tentativi ci daranno sì esperienza, ma non ci puniranno per aver sbagliato; Attraverso questo viaggio riusciremo a capire chi siano realmente il protagonista e la sua amata, con un finale che potrebbe da solo insegnare cosa voglia dire "colpo di scena" in una scuola per registi.

b) Gameplay

Dal punto di vista delle meccaniche, Braid ci metterà alla prova con enigmi brillanti basati sul "riavvolgimento" del tempo, ovvero sulla possibilità di ripetere, invertendo il corso del tempo, qualsiasi azione, sia questa avvenuta pochi secondi prima o addirittura all'inizio del livello. Scopo del gioco sarà raccogliere pezzi di puzzle sparsi nei livelli per formare dei quadri che ci diranno di più sulla vita di Tim. I 6 livelli sono curati nel più piccolo dettaglio, con sfondi e paesaggi  che potrebbero essere esposti in gallerie d'arte. La longevità si attesta sulle 5 ore, principalmente dovute alla difficoltà di alcune sezioni del gioco più che alla quantità di enigmi presenti. Una particolarità unica di questo gioco è l'impossibilità di morire: se verremo colpiti da un nemico o da un oggetto appuntito, il gioco ci inviterà a premere il tasto del riavvolgimento, così da permetterci di evitare la nostra fine.

c) Comparto sonoro

La colonna sonora del gioco è stata realizzata usando melodie per violini e violoncelli che hanno la particolarità di essere molto orecchiabili anche riprodotte al contrario, durante il riavvolgimento del tempo. Incalzanti e d'atmosfera, ci accompagneranno nella nostra avventura. Come altre volte, L'audio è parte integrante del gioco, quindi tenetelo acceso.

 Cosa dire alla fine? Braid non è un videogioco, ma arte visiva vera e propria, capace di suscitare emozioni contrastanti, rimanendo impresso nei ricordi di ogni singolo videogiocatore. Giocare a Braid, equivale a interrogarsi, e scoprire parti di noi che non ci aspettiamo, e finire questo gioco dovrebbe essere prima di tutto un dovere, ancor prima dell' essere un esperienza indimenticabile. Consigliatissimo.

Demo del gioco: LINK
Ecco dove comprarlo: LINK

trailer

Alla prossima!
Egidio

domenica 19 gennaio 2014

Thomas Was Alone

Nuovo giorno, nuovo gioco!

Thomas Was Alone: il gioco

Creato inizialmente come gioco gratis online nel 2010 da Mike Bithell, Thomas Was Alone, è un platform minimalista, che basa le sue meccaniche sulla collaborazione e l'aiuto reciproco dei protagonisti; protagonisti molto "speciali" dato che non saranno altro che... Rettangoli! Ebbene si, in questo gioco controlleremo dei rettangolini di ogni forma e lunghezza, ognuno con la propria caratteristica che lo renderà unico e speciale. Perché nonostante siano delle figure geometriche, sono forse i più carismatici e ben caratterizzati personaggi con cui abbia mai avuto a che fare in questi ultimi anni videoludici. Ma procediamo con ordine...

Thomas Was Alone: la trama + gameplay + comparto sonoro

a) Trama

"Thomas era solo. Wow. Che strano come primo pensiero da avere." Con questa frase inizia il viaggio di Thomas, intelligenza artificiale creata da un programma mal funzionante, che si interroga su se stesso e cerca di capire il perché esista. Nel suo peregrinare tra i livelli del gioco, incontrerà molte altre intelligenze artificiali, e scoprirà il valore dell'amicizia e della collaborazione. Tutti i protagonisti, come abbiamo detto, sono figure geometriche mute, eppure grazie alla voce del narratore acquisiscono una personalità, provano sentimenti, e soprattutto diventano indimenticabili, con l'ultimo capitolo che rimane impresso nella mente in quanto a drammaticità e ritmo. Thomas alla fine, non sarà più solo.

 b) Gameplay

Thomas Was Alone è un platform non molto impegnativo, (non come VVVVVV, cliccate per vedere cosa ne penso), ma che richiede solo un po' di pazienza per  trovare il modo corretto di far arrivare tutti i personaggi alla fine del livello. L'accento è posto sulla collaborazione e sull'uso combinato delle caratteristiche dei protagonisti (salto molto alto, possibilità di far rimbalzare gli altri su di se, saper galleggiare in acqua ecc.). Lo scenario ed il level design sono per scelta molto poveri, ma ciò riesce a dare un'estetica minimalista e sognante. I controlli sono buoni, anche se spesso non aiutano nelle fasi più concitate. Il bello di questo gioco è che la soddisfazione che avrete alla fine del livello non sarà data dall'essere riusciti a finirlo, ma dal poter progredire nella storia

c) Comparto sonoro:

Altro punto forte di questo gioco: musiche oniriche che riusciranno a commuovervi per la loro semplice bellezza. Ottima la voce del narratore Danny Wallace, che riesce a trasmettere tutto l'entusiasmo della scoperta e della progressione dei personaggi. Ancora, come per VVVVVV, giocare senza audio equivale a rinunciare a parte del gioco.
Cosa dire alla fine? Thomas Was Alone merita, merita tantissimo. E' la dimostrazione che non servono maestri dell'animazione per rendere indimenticabili dei personaggi o per appassionarci alla loro storia, ma solo tanta cura e passione per quello che si fa.

Versione del gioco del 2010 (senza le musiche e la voce del Narratore): LINK
Ecco devo comprarlo: LINK

trailer

Alla prossima!
Egidio

sabato 18 gennaio 2014

VVVVVV

Ed Eccoci qui! Primo gioco indie che andremo a scoprire insieme!

VVVVVV: il gioco

Gioco sviluppato e prodotto da Terry Cavanagh, molto famoso per i suoi giochi free su Kongregate, VVVVVV si presenta come un classico platform con grafica in stile 8-bit, in cui controlleremo Viridian, il capitano di una navicella spaziale, che dovrà salvare il suo equipaggio dopo un misterioso incidente. C'è solo un piccolo problema: al contrario di quello che si potrebbe pensare di un gioco platform, in VVVVVV non c'è alcun modo di saltare, ma si può "solo" invertire la gravità del livello. Perplessi? Non c'è bisogno! Solo dopo un paio di livelli si prende subito confidenza con questa caratteristica, ed il resto è solo sfida! Perché si, questo gioco non è proprio per i casual gamer...

VVVVVV: la trama + gameplay + comparto sonoro

a) Trama

Come abbiamo detto, Controlleremo il Capitano Viridian che insieme al suo equipaggio abbandona la nave usando un teletrasporto in seguito ad un incidente misterioso, scoprendo solo dopo che tutti i nostri compagni sono stati spediti casualmente su una stazione spaziale abbandonata, e a noi il compito di salvarli!
Una curiosità: il gioco prende il nome dalle iniziali dei 6 protagonisti (noi più i 5 colleghi che salveremo).

b) Gameplay

Nessuna limitazione sull'esplorazione. Nessun power up. Solo noi e la sfida, un mondo aperto (anche se non particolarmente vasto) pieno di segreti e tocchi di classe, sono i motivi che rendono questo gioco apprezzabile a tutti i fan dei giochi platform classici, ma che lo rendono ostico soprattutto ai più giovani videogamer, dato che non ci saranno aiuti o indicazioni di nessun genere. Certo il sistema di checkpoint, molto ben congegnato, eviterà il senso di frustrazione che potrebbe scaturire dal ritentare il livello diverse volte, e vi assicuro che anche procedere solo di uno schema sarà molto importante. La durata del gioco è variabile, dipende ovviamente dalla nostra abilità, ma non dovrebbero volerci più di tre ore per arrivare all'ultimo livello. Se invece pretendete di raccogliere anche tutti e 20 i collezionabili, bhè le ore inizieranno a crescere esponenzialmente...

c) Comparto sonoro

Una menzione d'onore merita il comparto audio, con musiche elettroniche ispirate ai classici degli anni 80, che daranno progressione e ritmo a tutto il gioco, con ogni area della mappa che presenta un proprio tema musicale. Giocare a VVVVVV senza volume significa perdersi metà dell'esperienza di gioco.

Cosa dire alla fine? VVVVVV è un gioco che merita assolutamente di essere giocato per la sua struttura originale e per le musiche affascinanti. Vi consiglio di giocarlo per sottoporvi anche ad una sfida, e per abbandonare per un pomeriggio tutti i nostri soliti giochi e cimentarvi in questo gioiellino di game design.

Demo del gioco: LINK
Ecco dove comprarlo: LINK

trailer:

Alla Prossima!

Egidio 

venerdì 17 gennaio 2014

Filoword

Salve a tutti!

Mi chiamo Egidio Di Martino, e sono un appassionato di giochi indie. 
Benvenuti sul mio Blog!

D: Che cos'è Filoword?
R: Filoword è il nome del Blog che ho creato per esprimere la mia passione per i giochi Indipendenti (indie), e condividerla con tutti voi, per scambiarci pareri e opinioni, o magari per scoprire qualche gioco che ha catturato la mia curiosità e che potrebbe interessarvi.

D: Che cosa sono i "giochi indipendenti"?
R: Bhè, i giochi indipendenti (o Indie) sono giochi creati senza l'aiuto di un produttore, cioè gli sviluppatori auto-pubblicano i loro giochi spesso su piattaforme di Digital Delivery, come Steam, o siti di giochi online come Kongregate. Il bello dei giochi indie, a mio avviso, è che rappresentano un collegamento diretto tra lo sviluppatore e il videogamer, permettendo quindi di accedere alle idee originali dei creatori senza terze parti che le modifichino per andare in contro a trend di mercato! E' come comprare la verdura direttamente dal contadino, sempre sicuro della freschezza!

D: Perché dovrebbero interessarmi i giochi indie?
R: I giochi indie, come ho detto prima, non passano per mano di terzi, quindi hanno spesso caratteristiche completamente originali, che non possono essere trovate nei giochi del normale mercato videoludico. Vi mostrerò tanti giochi che mi hanno colpito per diversi motivi: trama, meccaniche, comparto audio, o semplicemente originalità vera e propria. A voi decidere se darci una possibilità o meno!

Quindi concludendo, Filoword non sarà un blog di recensioni di giochi, ma un luogo dove confrontarsi e scoprire nuovi giochi, che non hanno nulla da invidiare ai grandi progetti del panorama videoludico. Buona lettura!